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 Crucistory sillabico
 [di Vero Liberto]
Lettera a un’amica

Carissima Valeria, ieri ho fatto l’esame di 1.O: che incubo! Mi sono svegliata prestissimo (la vecchia 7.V di mio nonno segnava le 5) e mi sono subito alzata, per ripassare un po’ e fare colazione: caffellatte, pane e 6.O, una 4.V e una pera 8.O. Sono uscita di casa alle 7. La 3.V era già intasata: ci ho messo più di un’ora per arrivare all’Università. Avevo il 1.V, un groppo in 5.O: non ti sto raccontando 9.V! Alle 9 (eravamo già tutti in aula) è arrivato il prof. Quattrocchi, quello che noi chiamiamo “el matador”, per la sua stupida severità (ci ha sempre fatto vedere i 12.O verdi) e perché ama abbigliarsi secondo una stucchevole moda 8.V, con 11.O pesantemente ricamati e pantaloni di 2.V ricoperti di lustrini. Dalla sua 9.O, manco fosse un accademico della Crusca, ci ha dettato il testo della prova, una 12.V di rompicapo incomprensibile. A nulla è valso il vecchio 13.O di fingermi preda di nausee insopportabili per andare in bagno a consultare le formule che vi avevo nascosto: non sono riuscita a cavare un ragno dal buco. Dopo quattr’ore di inutili sofferenze, ho consegnato il foglio in bianco e sono uscita col 10.V in fiamme. Mi sono amaramente 7.O di aver scelto una Facoltà scientifica: avrei fatto meglio a iscrivermi alla Facoltà di Fumettistica e specializzarmi in Fotoromanzologia.
Ti abbraccio.
La tua sconsolata amica
Vera

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Pagina aggiornata il 16 maggio 2007. Autore: Vero Liberto, realizzazione web: Filippo Spadaro.